giovedì 16 luglio 2015

Santo Della Volpe: anni di bandiere rosse e rock and roll


Ho conosciuto Santo Della Volpe a Torino a metà degli anni settanta, eravamo studenti un po’ rivoluzionari con una passione in comune il rock & roll, ed eravamo assidui frequentatori di discoteche com il Big Club, Tuxedo, Studio 2, Hiroshima Mon Amour. Il rock ha accompagnato la nostra gioventù, le nostre lotte e i nostri ideali. E il rock fu il protagonista delle feste a casa della Volpe. Santo abitava in un piccolo appartamento al piano terra dietro la Gran Madre a Torino, più che piccolo era minuscolo ma poco importava. Santo era persona solare e la sua solarità era contagiosa, aveva un mondo di amici e molti di loro condividevano la sua passione rocchettara. Ogni motivo era buono per organizzare una festa a casa sua, l’importante era esserci, non perderla perché lo spettacolo era assicurato. Si ballava e ci si divertiva a modo nostro fino all’esaurimento appiccicati come acciughe nei 25 metri quadrati della sua casa-discoteca; sovente la festa per esigenze di spazio dilagava sulla strada e non erano infrequenti le visite della “pula”, non per la nostra fede rivoluzionaria ma per il volume della musica che teneva sveglio il quartiere allora molto meno chic di adesso.
“Mio marito è fondamentalmente un rocchettaro, scritto così, all'italiana, senza la kappa. Che poi vuol dire che la metà della testa te la sei fabbricata su quei versi lì, con il romanticismo di chi è determinato, contro ogni logica, a sperare che il rock cambierà il mondo, le teste, perché forse penetrarle così è un po' meglio che mozzarle, farle esplodere, sfondarle” scrive così Teresa Marchesi nel bellissimo ricordo di suo marito.

Il rock sicuramente ha cambiato il nostro mondo, fa parte di noi e come una seconda pelle che ti fa sognare, ridere, piangere e ballare a sessant’anni come a venti. La mia colonna sonora è quella di Santo: Otis Redding, Bruce Springsteen, Lou Reed, Bob Marley, David Bowie, gli Stones e gli U2 rigorosamente su vinile ovviamente.
Ciao Santuzzo se fai feste sulle nuvole facci un fischio che portiamo da bere.

Qui il link al bellissimo ricordo di Santo scritto da sua moglie Teresa Marchesi:
 

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